Oggi le vetture con la funzione di “autoguida” sono già molto diffuse, non ci stupiamo più del cruise control, del parcheggio automatico o delle macchine che tornano in garage da sole mentre il loro proprietario sale a casa.
Il prossimo passo dovrebbe essere la guida completamente autonoma eseguita dal computer. I prototipi di tali macchine esistono già e vengono sviluppati dalle grandi aziende automobilistiche. Una volta attivata la modalità self-driving queste vetture vengono guidate dal software mediante l’utilizzo dei sensori esterni senza la necessità dell’intervento umano.
Prima che lo si possa vedere per strada nella vita reale, i fabbricanti d’automobili devono risolvere alcuni aspetti legali che riguardano i casi di incidenti stradali.
Bisogna stabilire chi si prenderà la responsabilità dell’accaduto nelle varie situazioni: il proprietario della vettura, l’assicurazione o la casa automobilistica. Il dilemma più grande che stanno affrontando gli sviluppatori deriva dal fatto che a volte è impossibile evitare lo scontro tra automobili e pedoni. Il problema è come deve comportarsi la macchina in tali casi, se deve salvare la vita dei passeggeri a tutti i costi o salvare i pedoni che sono in pericolo.
Jean Francois Bonnefon, un professore della scuola di economia Toulouse in Francia, ha eseguito una ricerca con la collaborazione di una grande impresa i cui dipendenti dovevano dare le loro preferenze nelle varie situazioni ipotetiche che sono illustrate nell’immagine. Si presume che un veicolo autoguidato va lungo la strada e all’improvviso trova un gruppo di 10 persone davanti. La macchina non riesce a fermarsi in tempo e ha due possibilità: andare avanti investendo le persone o evitarle sbattendo contro il muro e ferendo i passeggeri al suo interno. I risultati della ricerca dimostrano che le persone preferiscono il comportamento della macchina che porti al numero minimo delle vittime e cioè la seconda opzione. Però questo vale solo finché non si trovano loro stessi dentro l’autovettura. Le persone intervistate desiderano quindi che gli altri usino automobili self-driving mentre personalmente preferiscono guidare manualmente e avere la possibilità di decidere nelle situazioni di emergenza. Tale risultato presenta un problema per i produttori di automobili automatiche: non ne favorisce la vendita, in quanto nessuno vorrà comprare una macchina programmata a ferire i passeggeri in determinate circostanze.
Tra i vari fattori che contribuiscono allo sviluppo dell’algoritmo devono essere prese in considerazione caratteristiche come l’età delle persone sia al bordo che per strada, la quantità dei passeggeri e dei pedoni, il sesso, ecc. Secondo gli sviluppatori alcune informazioni potranno essere recuperate dai cellulari delle persone tramite i loro account social. Evidentemente questi problemi dovranno essere ben analizzati e risolti per poter creare un algoritmo etico che prenderà in considerazione il fattore umano nel miglior modo visto che a breve termine milioni di veicoli “self-driving” saranno immessi sul mercato.
La tecnologia ragiona scegliendo il male minore, noi siamo pronti per questo?
La fonte: http://www.technologyreview.com/