Che cosa ci motiva al lavoro? Ciò che ci fa stare bene e ci soddisfa. L’idea più diffusa ma non corretta al 100% è che sia lo stipendio a motivare il dipendente. Secondo il professore americano di psicologia e di economia comportamentale Ariely, dietro al nostro comportamento c’è qualcosa di ben più importante del denaro. Il professore sostiene che le persone siano motivate dal significato del loro lavoro, dal riconoscimento dagli altri e dagli sforzi impiegati, mentre il fatto di essere abituati a pensare alla motivazione e allo stipendio come la stessa cosa, rappresenta esso stesso una limitazione alla nostra motivazione. In realtà dobbiamo aggiungere tante altre cose come il significato, la creatività, le sfide che accettiamo quando ci mettiamo a fare un nuovo progetto, il possesso, l'identità, l'orgoglio, ecc…
Ecco qualche spunto dalle ricerche condotte dal professore lavorando con vari gruppi di dipendenti di diverse aziende:
- La possibilità di vedere il risultato del nostro lavoro, dei nostri sforzi ci rende più produttivi. Infatti, anche se i dipendenti sanno che il loro lavoro costituisce solo una piccola parte dell’intero processo aziendale, vederne i risultati è uno stimolo rilevante, infatti è importante che una persona veda come il suo lavoro completi tutto il “puzzle aziendale”.
- Meno sentiamo che il nostro lavoro è apprezzato, più soldi vogliamo ricevere per questo. Ignorare il lavoro degli altri è quasi lo stesso che cestinarlo davanti a loro. La buona notizia è che motivare attraverso un semplice apprezzamento del lavoro svolto non sembra molto difficile e neanche costoso. Il problema sta nel fatto che è troppo facile dimenticarsi di farlo, se uno non ci pensa con attenzione.
- Più difficile il progetto, più orgogliosi ci sentiremo alla fine. La nostra valutazione del lavoro dipende direttamente dagli sforzi che abbiamo impiegato, tra l’altro spesso ci aspettiamo erroneamente dagli altri la stessa valutazione.
- Il fatto che il nostro lavoro aiuterà gli altri può aumentare la nostra motivazione. Sapendo che da noi dipende il proseguimento del progetto o il lavoro degli altri ci concentriamo maggiormente sul nostro successo. Inconsciamente riceviamo questa spinta per lavorare di più senza renderci conto del motivo vero.
- Il desiderio di aiutare gli altri ci rende più propensi a seguire le regole. Aiutare gli altri attraverso il così detto “comportamento sociale” motiva molto le persone.
- Le parole d’incoraggiamento sulle nostre capacità aumentano la nostra produttività. Nelle sue ricerche il professore Ariely ha dimostrato che le situazioni di stress possono essere gestite in diverse maniere e tutto dipende da come ci sentiamo per affrontarle. Quando una situazione la percepiamo come una sfida riusciamo a concentrarci sulla soluzione del problema e ad ottenere i migliori risultati. Invece quando la situazione ci sembra più come una “minaccia” si attivano i nostri meccanismi di difesa e la nostra produttività lavorativa si abbassa.
- Le immagini che suscitano emozioni positive ci aiutano a concentrarci. Gli scienziati hanno confermato che le immagini di ispirazione (di natura, animali, persone) favoriscono il nostro concentramento e come conseguenza aumentano la produttività.
Fonte: http://ideas.ted.com/