Molte imprese ricorrono già da tempo all’outsourcing di attività che affidano a fornitori di servizi esterni, ma di recente questa pratica ha assunto sempre più rilevanza nelle scelte strategiche dei business, e le funzioni e i processi per i quali l’esternalizzazione è ritenuta la scelta migliore, ad esempio in termini di efficienza, costi, produttività e flessibilità, sono cambiate.
Ciò significa che, il ricorso all’outsourcing oggi, non è più riservato alle sole attività non core, ma si applica anche a tutte quelle attività che possono portare maggiori benefici all’organizzazione quando esternalizzate, anche quelle strategiche.
In realtà, questa distinzione tra attività core e non core è superata e non costituisce più un driver di scelta utile a determinare quali attività affidare in outsourcing e quali invece eseguire internamente.
In quale modo allora le imprese possono determinare quali attività sono più adatte ad essere esternalizzate?
Naturalmente, non è sempre facile ed immediato stabilirlo. E questo implica la necessità di un’analisi strategica preliminare in grado di mettere a confronto il potenziale vantaggio competitivo che deriva dallo svolgimento di un’attività, rispetto alle capacità interne dell’azienda, in termini di know-how, tecnologie, etc.
Quindi, ad esempio, nel caso in cui un’attività abbia un elevato potenziale competitivo, ma le capacità interne, in quello stesso ambito, non siano particolarmente elevate, potrebbe essere giusto tentare di affidarla in outsourcing. In caso contrario, laddove sia il potenziale dell’attività che le capacità interne dell’azienda fossero elevati, allora tale funzione dovrebbe essere mantenuta all’interno dell’organizzazione.
Ciò significa che le imprese possono scegliere, in accordo con il loro modello di business, di affidare ad uno specialista esterno le attività che reputano ripetitive e non strategiche oppure scegliere la strada dell’outsourcing per quelle attività (core) nelle quale il partner esterno, forte della sua esperienza, è più specializzato.
In questa prospettiva, l’outsourcing delle attività, come quelle più innovative, per le quali molte aziende non hanno ancora sufficienti risorse interne, può rappresentare un vero e proprio supporto all’innovazione, garantendo ad esempio una maggiore rapidità di applicazione delle innovazioni. E, al tempo stesso, favorire una crescita delle competenze interne, grazie al loro trasferimento tra l’outsourcer e il cliente.
Quindi se in passato l’outsourcing era considerato come uno strumento utile per gestire unicamente quelle attività che, in quanto “non core” e di routine, aggiungono poco valore al business, adesso questa prospettiva è del tutto mutata. Lo Strategic Outsourcing si applica anche alle aree più significative del business.
Oggi le imprese scelgono la strada dell’esternalizzazione per rendere più efficienti i loro processi, migliorare la qualità dei servizi offerti e sfruttare i punti di forza di specialisti esterni con l’obiettivo di accedere ad attività più innovative.